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Per anni l’hanno definita “Il passerotto di Bolotana”, perché proviene e vive a Bolotana (ridente paese della provincia di Nuoro), ma anche perché ha una voce incredibilmente potente ed espressiva.

E’ una ragazza bella, spigliata ed istintiva, ma non si vanta assolutamente di queste sue doti, mettendo a proprio agio chiunque si trovi a conoscere: lo sanno bene i fans e gli spettatori dei suoi concerti, che Maria Giovanna coinvolge, chiamando sul palco.

Figlia d’arte - suo padre è Pietrino, musicista e cantante dei “Greff” negli anni 60 - Maria Giovanna canta da quando aveva 6 anni; partecipa a diversi concorsi e nel 1995 esegue “Roccas”, vincendo il più importante concorso regionale sardo.

Da quel trampolino di lancio, è tutto un susseguirsi di successi e di incisioni: “Ammentos” (1999, costruito su brani inediti di poeti bolotanesi), “Unu frore che a tie” (2001, bellissimo cd, che porta le firme di Piero Marras e Paolo Pillonca), “Terramama” (2004, una raccolta dei più bei brani tradizionali sardi, eseguiti dalla sua splendida voce).

Nel sito internet www.zentenoa.com - assieme agli altri artisti sardi - si possono ascoltare alcune delle sue esecuzioni più famose, come l’Ave Maria, il “Passu Torrau” ed un personalissimo “Non potho reposare”, diventato ormai l’inno degli emigrati sardi.

“E’ stato particolarmente emozionante” - così Maria Giovanna descrive il suo secondo CD - “perché da sempre, da bambina avevo ascoltato ed imparato a memoria le canzoni di Piero Marras; poter lavorare, collaborare con lui è stato un grande regalo. Abbiamo duettato in questo CD, in questo lavoro che mi ha dato tante soddisfazioni e ancora oggi mi permette di esibirmi in qualsiasi palco della Sardegna, dell’Italia e dell’Europa con un disco di qualità, che si distingue per quella sua eleganza che Piero dà a tutti i suoi lavori“.

“Unu frore che a tie” ha ormai qualche anno sulle spalle (è del 2001), ma vi consigliamo di cercarlo ed acquistarlo ad occhi chiusi: si ascolta “tutto intero”, senza interruzioni e senza fiatare; fa immaginare la Sardegna ed i suoi infiniti paesaggi.

Sul sito internet www.zentenoa.com - nello spazio “Sardinia TOP VIDEO” - è possibile vedere (e scaricare!) il video di “Procurare e moderare” - forse uno dei più importanti brani storici sardi - contenuto in questo CD: ottima l’esecuzione di Maria Giovanna Cherchi assieme al grande Piero Marras.

Ma la carriera di Maria Giovanna non è solo musicale e nel 2004 - più precisamente il 19 ottobre - la stessa cantante corona forse uno dei suoi più grandi sogni: laurearsi in Scienze Religiose e diventare insegnante proprio in questa importante materia.

“Quando un sardo ammira le bellezze della natura” - ci dice commossa - ” non può che ringraziare Iddio per quello che ha creato per noi e soprattutto per quello che - attraverso i tuoi occhi - puoi vedere proprio in Sardegna. Stupisce la bellezza di alcuni posti, io penso sempre alle pietre, alle forme che durante i secoli hanno preso. Penso veramente quanto la natura, quanto la mano di Dio si vede proprio in Sardegna (…) c’è tanta religiosità e questa religiosità si respira proprio nella musica, basta ascoltare anche una sola delle mie canzoni: credo non ci sia brano che non nomini almeno una volta Dio, oppure un Santo, oppure la Madonna.“

Non c’è che dire: Maria Giovanna è una ragazza “positiva”, che trasmette religione sia insegnando che cantando.

Nel 2004 arriva “Terramama”, suo terzo CD, composto di solo canzoni folkloristiche.

“Un lavoro a cui sono particolarmente legata; tutte le persone mi hanno da sempre sentito interpretare i classici della nostra terra (…) e mi chiedevano: perché non posso avere la tua “Ave Maria”, la tua interpretazione? Allora ho voluto mettere in questo lavoro tutti i brani classici della Sardegna e interpretarli a modo mio, per avere un CD da fare ascoltare anche al di fuori della nostra terra, per fare conoscere quello che i sardi hanno potuto produrre in tanti anni“.

Commentando “Non potho riposare” (contenuta nel CD, quando mai dimenticarla?), Maria Giovanna si sofferma a parlare con noi dei sardi emigrati in Europa e nel Mondo: “Ogni volta che mi esibisco all’estero, provo un’emozione che ancora oggi non so interpretare con le parole: è bello sapere che, quando arrivi - ad esempio - a Lione, vengono ad ascoltarti 12000 sardi; non sembra vero, ma ci sono sardi di 1ª, 2ª, 3ª e 4ª generazione che ancora ascoltano le canzoni, che hanno l’antenna parabolica sul tetto per ricevere le emittenti sarde, per ascoltare Sardegna Canta e - quando arrivi - ti riconoscono subito, anche se magari abitano da 60 anni fuori, in Germania, in Svizzera, in Belgio: è una cosa bellissima, magari loro conoscono di più la nostra storia di artisti che i sardi che abitano in Sardegna…. È per questo che ho voluto dedicare “Terramama” a tutti i sardi che hanno fatto fiorire la nostra terra nel resto del mondo… E’ bello che loro si siano ambientati bene, ma non dimenticheranno mai la propria terra: credo che i sardi hanno la Sardegna nel Dna, è una cosa che non si dimentica mai (…) li ammiro tanto, perché io sono talmente legata alla mia terra, che non riuscirei mai a separarmene, a staccarmi. Tre giorni sto fuori, mi piace viaggiare, ma ho il desiderio di rientrare e questo credo non mi abbandonerà mai: questo sentimento forte che provo nei confronti nella mia terra e l’affetto che provo nei confronti dei sardi, perché è vero che la Sardegna è bella, ma è anche vero che la Sardegna è fatta dai sardi, da ammirare per quello che riescono a fare anche al di fuori della Sardegna“.

Maria Giovanna, ti è mai capitato di commuoverti, durante i concerti all’estero?
“Si, mi è capitato: io - durante i miei concerti - mi diverto molto; più che commuovermi, rido e - quando rido - vuol dire che sono veramente molto felice…”

Il futuro di Maria Giovanna Cherchi: sarà più cantante o più insegnante di religione?

“Spero di poter fare entrambi le cose - se possibile - finche i miei superiori me lo permetteranno (ho insegnato quest’anno alle scuole materne ed alle elementari ed è stata una bellissima esperienza), spero di poter continuare l’anno venturo - sono certa sarà così - insegnare la religione è la mia passione e spero che Dio mi aiuti a continuare a poterlo fare, a darmi il tempo di poter fare entrambi le cose“.

In quanto alla musica, hai qualche progetto in futuro, da svelarci in anteprima?

“Abbiamo un lavoro in cantiere, spero sarà pronto per Natale, ancora è po’ Top Secret, posso dirvi che ci saranno in questo lavoro tanti artisti sardi, che stano scrivendo delle cose per me ed io cercherò di interpretarle nel migliore dei modi, se mi riuscirà, spero…”

Finisce così la nostra intervista, concessaci da Maria Giovanna Cherchi in quell’ormai lontano 14 agosto 2005, a San Giovanni Suergiu; di lì a poco, la bella ragazza “acqua e sapone” avrebbe sciolto la treccia dei suoi capelli (lunghissimi, fino ai piedi!) per conquistare il pubblico con la maestosità della sua voce e con tutta l’intensità (e immensità) della musica sarda.

E in quella vigilia “di ferragosto” la Sardegna non ci ha ammaliato soltanto con il suo mare ed i suoi tramonti, bensì con la storia e con i cuori delle Sue genti.