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Come ogni anno, si avvicina la festa di “Ognissanti” e della “Commemorazione dei defunti” e - di riflesso - anche la invenzione alquanto commerciale di “Halloween”, con i bambini e ragazzi che fanno il giro delle strade e dei palazzi a suonare a tutti i campanelli ed a spargere farina ovunque.

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Ma quest’anno non me la sento di condannarli, anche se loro sanno come la penso e come la pensiamo in famiglia: quest’anno credo sia opportuno concentrarmi, assieme a voi,  su “valide alternative” lasciando agli altri la libertà di festeggiare.

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E’ importante dare una parola a tutti i nostri figli - una parola vera, concreta, forte - che li renda occupati contemporaneamente a questa cosa qua: allora, che c’è di meglio di parlar loro dei nostri avi, dei nonni e dei bisnonni e del mondo da loro vissuto, con episodi, aneddoti, atti eroici della loro stessa vita.

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Seduti a tavola, tolti i cellulari dalla circolazione, dialogare come non facciamo da anni, parlare di loro, sfogliando le antiche foto dei nostri Santi - nonni, genitori che hanno dato la loro vita per noi - affinché fossimo su questa terra.

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E perché no, andare a fare un giro - spirituale, ma anche artistico, turistico - fra i “Camposanti Monumentali”, dove la bravura di artisti ha scolpito immagini talvolta forti, statue piccole e grandi, per esprimere contemporaneamente il dolore ed il desiderio di credere nella Vita Eterna.

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Di questi “Camposanti” ce n’è ovunque, basta cercarli sui motori di ricerca di internet: nel Sud Sardegna, sono interessantissimi quelli di Cagliari (”Bonaria”) e di Iglesias, del quale ho inserito foto da me scattate pochissimi giorni fa.

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E niente vieta che, con i nostri figli accanto, ci scappi una prece per quel defunto che neanche conosciamo: bambini piccoli - Angeli oramai - che non avrebbero poi così bisogno di preghiere, ma che ci fanno riflettere sul tempo che resta e sulla fragilità di tutti i nostri idoli.