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Pensate, al seggio elettorale non volevano farmi votare, in quanto la mia tessera elettorale era piena di timbri, troppo piena: peccano che se ne sono accorti soltanto dopo che ho votato.

Perché dico questo? Ho sempre partecipato alle cosiddette votazioni, referendarie incluse. Ho sempre votato, dai miei 18 anni ad oggi.

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Qualche giorno fa - ironizzando - ho paragonato l’attuale Presidente del Consiglio (Matteo Renzi) a quello di qualche anno fa (Silvio Berlusconi), sottolineando quanti aspetti e caratteri avessero in comune.

Ebbene, mi sbaglierò, ma in questi ultimi anni, l’evento che più fa comodo a questi “Grandi Fratelli” è proprio l’astensione alle votazioni e pure agli scioperi.

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Al “Referendum delle trivelle”non c’è abbastanza affluenza, non si è raggiunto il quorum (forse). Ed il messaggio che arriverà al Governo fra qualche ora sarà il seguente: c’è stata astensione, li abbiamo ipnotizzati, li abbiamo addormentati e demotivati, va bene così.

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Allora - il buon Paolo Borsellino confermerà - l’importante non era tanto il votare “SI” o “NO”, ma il recarsi alle urne, come per dire “Matteo, Silvio, noi ci siamo, noi non siamo addormentati, noi vi osserviamo”.

Noi siamo un elettorato vivo!

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Cosa diversa è tutta quella massa di gente che ti bussa a casa, ricordandoti che è amica e che la devi votare e bisogna fare molta attenzione a non farci influenzare negativamente dai soliti “rompipalle”.

Andare alle urne, comunque e comunque la pensiamo, per dire che esistiamo.

Volevo dirlo.