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Sono nato nel 1957 e tengo a chiarirlo perché la mia generazione sicuramente ricorderà l’avvento di questo importante strumento “elettronico-musicale”, mentre le altre generazioni successive, i più giovani lo conosceranno come “strumento acquisito”, come un dato di fatto, qualcosa che tutt’ora si usa, punto e basta.

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Eppure, davvero il MOOG è stato davvero una rivoluzione, un processo musicale dal quale non siamo tornati più indietro, perché l’uso della tecnologia elettronica è tuttora in corso e mai si è fermata.

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Ma - lasciatemelo dire - “C’era una volta il MOOG” e c’era pure il suo inventore, dal quale deriva il nome, ovvero l’ingegnere Robert Moog, che adesso è morto e sepolto (ci ha lasciato a 71 anni) e per conoscere meglio la sua vita cliccate qua

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Ma grazie a Dio è tuttora vivente “Il guardiano del faro”, alias Federico Monti Arduini, uno degli italiani che se ne appropriarono, creando tante belle melodie, tutte di successo negli anni ‘70, per conoscerle tutte cliccate qua

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Fra tutte, “L’uomo e il mare” del 1973, cliccate qua

“Amore grande, amore libero” del 1975, cliccate qua

Ma anche “Il gabbiano infelice” del 1976, cliccate qua

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E fra le prime ad usare il Moog, c’è anche la brava Wendy Carlos, cliccate qua

Sua la rielaborazione Moog di “Clockwork Orange”, cliccate qua

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In Italia, anche la PFM (”Premiata Forneria Marconi”), cliccate qua

Uno dei loro più bei successi è “Impressioni di settembre” ed eccome se si sente - anche oggi -  l’uso del Moog cliccate qua

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Nel mondo, troviamo gli ELP (”Emerson, Lake & Palmer”), cliccate qua

Guardate questo raro loro video, dedicato al Moog, cliccate qua

Non si offendano gli intenditori, se non mi dilungo con tutti gli altri musicisti che fanno uso di questo strumento, ve ne ricorderò solo alcuni…

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Rick Wakeman, cliccate qua

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Jean Michel Jarre, cliccate qua

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Ed altri ancora, fra i quali:

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 Ma tutto è iniziato con la intuizione dell’Ingegner Robert Moog, che andiamo a ringraziare, ascoltando una delle sue ultime, rare interviste, cliccate qua